Situata nel cuore della generosa terra di Sabina,
in una posizione strategica rispetto al capoluogo Rieti e rispetto alla vicina
valle del Tevere, Casperia deve il suo nome a un insediamento romano o, più
probabilmente, sabino. Un nome, peraltro, che è stato acquisito recentemente,
nel 1947, quando, volendo riallacciarsi alle sue origini più antiche. il comune
decise di abbandonare il nome di Aspra. che l'aveva accompagnato per tutto il
Medioevo.
L'insediamento di Casperia, dunque, risale a un' epoca precedente la
romanità, al punto da ritenersi che essa sia tra i centri più antichi della
Sabina, se non addirittura la prima città edificata nella sabina pre-romana.
Tra gli studiosi, tuttavia, non c'è uguaglianza di vedute sull'effettiva
identificazione dell'attuale paese con la Casperia sabina, della quale,al di là
della tradizione, non esistono riscontri obiettivi in costruzioni o edifici.
Ma
se non proprio d'identificazione è lecito parlare, non vi sono dubbi che in
quest'area dovette esistere quell'insediamento il cui ricordo affonda nel mito
della nascita di Roma, anzi degli avvenimenti che la precedettero: Virgilio,
difatti, cita Casperia come una delle alleate del rutulo Turno, che si oppose ad
Enea nel vano tentativo di impedire agli uomini che venivano dal vicino Oriente
e dalla disfatta di Troia, di prendere possesso dei territori a sud del Tevere.
Ma è a Roma che Casperia deve la sua organizzazione in municipium. Le
testimonianze dell'età romana non mancano sul territorio, anche se non sono
tali, da suggerire l' idea di un ampio insediamento. E del resto è noto che
tutta la Sabina si caratterizza dal punto di vista archeologico soprattutto per
la notevole presenza di ville romane, rustiche o padronali, piuttosto che per
grossi resti monumentali. Sulla via per la confinante Cantalupo, sono visibili
resti di costruzioni romane, nella località Paranzano: muri di ville rustiche,
un pezzo di strada selciata a grandi blocchi, mentre qualche statua e alcune
iscrizioni sono state portate altrove.
La caduta dell' impero di Roma portò
anche anche ad un inevitabile tracollo del paese che, tuttavia, già nell'alto
Medioevo aveva ripreso la propria vitalità sia pure in funzione di quel grande
centro di potere e di cultura che fu l'Abbazia di Farfa. Il successivo declino
del potente istituto ecclesiastico liberò le forze e le capacità di
organizzazione della gente di Aspra - come all'epoca il paese si chiamava - che,
in effetti, nel 1189 si costituì in libero comune, sull'onda del grande
movimento autonomistico che aveva motivato soprattutto i centri della vicina
Umbria.
Fu questo il periodo che dette l'impronta urbanistica, edilizia e
monumentale che tutt' oggi accompagna il centro sabino. L'epoca comunale non
durò oltre il periodo dei grandi comuni. Nel 1278 Aspra giurava vassallaggio
alla Santa sede e anni dopo il territorio comunale veniva diviso - ricorda il
Silvestrelli - tra le famiglie del paese, con l'intesa che il comune avrebbe
ereditato le parti di quelle famiglie che si fossero estinte. Nell'età delle
signorie, all'incirca nel XIV secolo, Aspra entrava nei possessi feudali di
Nicolò Pone di Ranieri, signore in Perugia: era la testimonianza della forte
propensione che verso quest'area avevano i grandi centri di potere politico e
militare umbri. Nel 1376 il comune di Roma ottenne da Aspra atto di vassallaggio.
Le vicende della città dovevano subire ulteriori modifiche nei tempi
immediatamente successivi, quando Aspra venne affidata prima alla famiglia dei Savelli (fine Trecento-inizio Quattrocento) e successivamente agli Orsini, per
tornare ancora aiSavelli agli inizi del Cinquecento.
Poco prima della fine del XVI secolo, precisamente nel 1592, Aspra tornava, stavolta definitivamente, allo
stato della Chiesa, con il quale restò fino all' unità d'ltalia.
Il borgo medioevale
L'immagine del paese di Casperia è
scenografica: dal modesto, ma svettante e isolato colle sul quale è stata
costruita, la città si mostra come una compatta quinta fatta di costruzioni
medioevali, tra le quali emergono gli alti e stretti edifici a quattro-cinque
piani che un tempo erano le cosiddette case-torri, realizzate per viverci e,
all'occorrenza, per difendersi.
Dall'agglomerato urbano emerge nettamente la
torre campanaria della Chiesa di San Giovanni Battista. A Casperia non si entra
in auto. E una volta che si imbocca a piedi la porta, si riconoscono
immediatamente i tratti dell'urbanistica medioevale, cioè organizzazione
urbanitica in funzione di esigenze difensive.
Circondata da mura e torri che
costituivano il primo stadio difensivo, si sviluppa attorno ad un sistema viario
che sale avvolgendosi, quasi a chiocciola, attraverso stradine e piccole
scalinate che conducono alla parte alta dove sono ubicati il comune e più in
alto la chiesa parrocchiale.
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